Repubblica Milano e i dati distorti sugli affitti brevi: cosa dicono davvero i numeri.

Negli ultimi giorni è circolata una lettura allarmistica sugli affitti brevi a Milano.

Non è questione di minimizzare i problemi reali – la pressione turistica, la disponibilità di alloggi per i residenti, la vivibilità nei quartieri – ma di capire se i dati vengono letti in modo corretto.

E qui iniziano i guai.

Perché se confondi Provincia con Comune e se tratti il CIN come un bollino riservato ad Airbnb, il risultato è uno solo: conclusioni sbagliate. Chi lavora nel turismo lo sa bene: una narrazione distorta non aiuta né gli host né i residenti, ma solo i titoloni sensazionalistici.

Provincia ≠ Comune: i dati sono stati presi male

Il Ministero del Turismo pubblica i dati ufficiali attraverso il portale BDSR. Basta un click per vedere che quei numeri sono spesso provinciali: riguardano la Provincia di Milano, non soltanto il capoluogo.

Eppure in certe pagine di giornale si legge “Milano città”.

Tradotto: un errore enorme, perché la città ha dinamiche diverse dai comuni dell’hinterland.

Dire che Milano “ha 30mila case tolte ai residenti” quando i numeri si riferiscono all’intera provincia significa ingannare il lettore.

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Il CIN non è solo Airbnb & co.

Altra confusione(?): il Codice Identificativo Nazionale (CIN).

Funziona così: chiunque operi nell’ospitalità, dai mega hotel 5 stelle alle case religiose, passando per B&B e locazioni turistiche, deve avere un CIN.

Quindi quei “30mila” non sono 30mila appartamenti Airbnb, ma il totale di tutte le strutture ricettive della provincia.

Dire che corrispondono a 30mila case sottratte alla residenza è come dire che un ostello da 100 posti letto equivale a 100 appartamenti: semplicemente non è vero.

Perché questo è un problema?

Quando la narrazione si basa su dati presentati male, il risultato è sempre lo stesso:

• Si alimenta la percezione che gli host siano i responsabili unici della crisi abitativa.
• Si crea un clima di sfiducia verso chi lavora nel turismo.
• Si distoglie l’attenzione dai problemi veri, come lo stock abitativo fermo, gli sfitti, i canoni in salita e l'impotenza totale di un proprietario davanti a ogni tipo di morosità.

In sostanza, non si fa informazione, ma propaganda.

FAQ

1. I dati usati da Repubblica su Milano sono corretti?No, erano provinciali e non solo comunali.
2. Il CIN riguarda solo gli affitti brevi?No, copre hotel, B&B, case religiose, ostelli e LT.
3. Quante sono davvero le case su Airbnb a Milano?Molto meno del numero totale dei CIN provinciali.
4. Perché i dati provinciali creano confusione?Perché vengono spacciati come se descrivessero solo la città.
5. Come può un host difendersi da questa narrazione?Conoscendo bene i dati e comunicando trasparenza agli ospiti.

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